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DEPOSITO BAGAGLI – SABRINA PETYX – ATTORI DEL TEATRO DITIRAMMU

DEPOSITO BAGAGLI - SABRINA PETYX - ATTORI DEL TEATRO DITIRAMMU

15 DicembreDic 2018 21:30 - 23:55 UTC

Teatro Ditirammu

14, 15 dicembre, ore 21.30

 

Deposito bagagli

 

Regia e testo Sabrina Petyx

Con gli attori del Teatro Ditirammu

Nuovo allestimento di Giuseppe Cutino e Elisa Parrinello

“Perché dicevi che gli scarafaggi ci porteranno da un’altra parte, che significa?”
“Niente, stavo scherzando.”
Deposito bagagli. Transiti. Attese. Partenze. Arrivi. Polvere. Insetti.
Valige che nessuno ha ritirato più. Vite senza identità. Senza nome. Dimenticate.
E coincidenze che non coincidono mai. Parole che non si incontrano mai.
Tempo da ingannare. Tempo da superare. Tempo cui sopravvivere.
In attesa che uno di questi giorni…
Uno di questi giorni.
Ma quanti giorni sono già passati?
E quante speranze sono scivolate via? Divorate via.
Senza fare rumore. Senza farsi notare. Senza niente da ricordare.
Vite di passaggio, sogni senza peso.
Mentre in silenzio seduti alla stessa tavola nuovi ospiti masticano. Invisibili.
E sorridono. E festeggiano. E divorano i resti.
Con sussiego, sorridono, sempre.
Senza fare rumore. Come gli scarafaggi.
Che quando arrivano, non avvisano mai.

Scritto da Sabrina Petyx e riallestito da Elisa Parrinello e Giuseppe Cutino, interpretato dagli attori del Teatro Ditirammu,  Deposito bagagli è uno spettacolo costruito sullo scorrere parallelo di due storie analoghe che si svolgono nello stesso luogo, nello stesso tempo, nella medesima condizione. Si servono dei medesimi oggetti, passati e ripassati inconsapevolmente da una mano all’altra, da una storia all’altra, da una vita all’altra; è un modo per parlare di ciò che accade sotto i nostri occhi distratti, sotto i nostri occhi indolenti, occhi che, giorno dopo giorno, hanno imparato a non vedere più e che lasciano fare. Un modo per parlare di un tempo che viene attraversato con occhi bendati, che viene aspettato come fosse un numero di lotteria, un tempo che procede strisciando, che non si guarda indietro e non aspetta nessuno. Deposito bagagli è un lavoro sempre in divenire, che procede per differenti stazioni nella ricerca di una forma e di un ritmo in cui specchiarsi per scoprire il senso di una vita che scorre senza darsi importanza, in un’epoca senza più memoria. Una storia che accade in un tempo reale, una storia urbana come ce ne sono tante, una storia nascosta che sembra non aver nulla di speciale. Due uomini e due donne si incrociano, senza mai interagire. Si incrociano, con azioni e parole parallele, speculari, intrecciate e sovrapposte. Distanti e identiche. Costruito per essere rappresentato in un luogo reale, Deposito bagagli vive nutrendosi di un quotidiano come tanti altri in una Palermo che diventa simbolo di un qualunque sud del mondo. Intorno a quattro attori, un tavolo, tre sedie, uno sgabello, una tv, un forellino a gas, una pentola e due piatti, all’interno di una stanza vuota o di una cucina o di un ripostiglio. Un magazzino, un garage, una lavanderia, un capanno o un qualsiasi altro posto racchiuso da quattro pareti, per dar luogo ad una messa in scena in cui il pubblico sia chiamato a fare da intruso, o forse da protagonista, all’interno pochi metri quadri. Dove delle piccole vite si lasciano spiare dal buco della serratura. Poche lampadine di casa per fare luce qua e là, per uno spettacolo in cui improvvise ed impreviste “rotture” della realtà riescono a sottolineare quanto di mostruoso, di minaccioso e deforme sappia nascondersi dietro un quotidiano apparentemente qualsiasi.

Deposito bagagli è un progetto “senza fissa dimora”, che nasce per traslocare ed adattarsi lì dove riesce ad inventare una casa che si abbandona alla sua natura istintiva, immediata, che vive sulla pelle di attori e spettatori, coinquilini sconosciuti fra loro, i quali in stretta vicinanza si trovano a condividere, odori, suoni, speranze, attese, paure. In un lavoro che cerca una forma essenziale, scarna, che ci consegna la radiografia di una immagine che si mostra al netto, senza ridondanze o orpelli attraverso un linguaggio diretto e immediato, conseguenza di azioni e reazioni. Non si compiace di sé, le parole diventano strumenti, utensili, coltelli a seghetto capaci di affettare porzioni di un mondo che ha imparato a restare nascosto, un mondo che si accontenta di quello che c’è e che, affamato, si ciba di sé.

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TEATRO DITIRAMMU

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Via Torremuzza, 6 - Palermo

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